FEDERAZIONE ANNA LINDH ITALIA

 

La Federazione Anna Lindh Italia, senza scopo di  lucro, condivide le finalità della Fondazione Anna Lindh  creata nel 2004 dalla Commissione europea congiuntamente ai 42 paesi euromediterranei. 
L’obiettivo della Federazione è promuovere, sostenere ed attuare l’interazione culturale e sociale tra l’Italia e i paesi euromediterranei in vari campi d’azione tra i quali: arte, architettura, archeologia, ambiente, artigianato, giovani, donne, diritti umani, migranti, mestieri d’arte, occupazione, formazione, educazione, infanzia, sport, dialogo interreligioso, legalità, musica, cultura del cibo, empowerment, tradizione, turismo, solidarietà sociale, scambi economici e culturali, mestieri d’arte.
In particolare la Federazione intende attuare iniziative in favore dei giovani finalizzate specialmente a restituire loro speranza e fiducia attraverso la promozione del “vero”, del “bello” e del “buono”.

Trecento studenti di varie scuole della Campania si sono riuniti per due giorni presso la sede centrale degli “Stati Uniti del Mondo” per l’incontro “Italian Model United Nation”, organizzato da United Network Association con il patrocinio degli “Stati Uniti del Mondo” ed in collaborazione con la Fondazione Mediterraneo ed il Museo della pace MAMT.
In questa occasione tutti gli studenti partecipanti e lo staff di UNA sono stati nominati “Alfieri degli Stati Uniti del Mondo”.

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Gli “Stati Uniti del Mondo” hanno organizzato e partecipato in varie città alla “Giornata mondiale dei poveri”, che Papa Francesco ha dedicato quest’anno al tema “Gesù Cristo si è fatto povero per voi” (cfr 2 Cor 8,9), titolo del Messaggio diffuso il 14 giugno 2022.
“Papa Bergoglio - ha affermato il SG Michele Capasso -  a partire dalla tragica attualità del conflitto in Ucraina, dall’insensatezza della guerra (più volte da Lui definita “una pazzia”), individua tre percorsi per vivere la solidarietà responsabile.
Il primo è quello di
 rifiutare ogni forma di “rilassatezza che porta ad assumere comportamenti non coerenti” e dice che questo "è un tema che ritorna spesso nel magistero del Papa perché è una condizione culturale frutto di un esasperato secolarismo che rinchiude le persone all’interno di una muraglia cinese senza più senso di responsabilità sociale, con l’illusione di vivere un’esistenza felice ma di fatto effimera e senza fondamento".
Il secondo percorso è quello di assumere la 
solidarietà come forma di impegno sociale e cristiano. Papa Francesco afferma: "La solidarietà è proprio questo: condividere il poco che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra. Più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà…". Molti Paesi negli ultimi decenni, afferma il presule, hanno fatto progressi grazie a politiche familiari e progetti sociali, è giunto quindi il momento della condivisione di questo “patrimonio di sicurezza e stabilità”, perché nessuno abbia a trovarsi nell’indigenza. Centrale in questo spirito di condivisione il valore che si dà al denaro e l’uso che se ne vuole fare.
Il terzo passaggio è la proposta contenuta nel titolo di questa
 VI Giornata Mondiale dei Poveri. È tratto dalla seconda Lettera di Paolo ai cristiani di Corinto: “Gesù Cristo si è fatto povero per voi”. Il contesto della Lettera dell’apostolo è quello della raccolta di fondi per sostenere i poveri della comunità di Gerusalemme. Ieri come oggi è importante dare continuità alla generosità. “La solidarietà, in effetti, è proprio questo – prosegue papa Francesco nel messaggio – condividere il poco che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra. Più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà […]. Come membri della società civile, manteniamo vivo il richiamo ai valori di libertà, responsabilità, fratellanza e solidarietà”.
Gli “Stati Uniti del Mondo” ritrovano nella loro “Costituzione” nella carità, nella fede e nella speranza il fondamento dell’ essere e dell’ agire di tutti gli abitanti con il motto “TERRA E PACE”.

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Gli “Stati Uniti del Mondo” hanno partecipato con una folta delegazione alla COP 27 - la 27a Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici - che si è svolta in Egitto, a Sharm el Sheikh, dal 6 al 18 novembre 2022.
Gli “Stati Uniti del Mondo” - con le Sezioni autonome e la rete di Università, centri di ricerca, organizzazioni della società civile, imprese, organizzazioni internazionali ed enti locali – hanno presentato le linee d’azione che dal 1987 promuovono fondate, essenzialmente, sulla “CONVERSIONE ECOLOGICA”.
I delegati degli “Stati Uniti del Mondo” hanno portato il proprio contributo mettendo a disposizione uno spazio di confronto e dialogo tra un ampio ventaglio di stakeholder impegnati nel dare attuazione all’Accordo di Parigi.
Il SG prof. Michele Capasso ed il Presidente del Comitato internazionale prof. Massimo Pica Ciamarra hanno evidenziato l’importanza dell’incontro unitamente alla complessità della governance che ha prodotto risultati minimi rispetto alle aspettative.

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Il Segretario Generale degli “Stati Uniti del Mondo” prof. Michele Capasso ha partecipato - su invito del Governo della Germania Federale – alla celebrazione del 33° anniversario dalla caduta del muro di Berlino.
La cerimonia ufficiale si è svolta al Memoriale del Muro di Berlino, in Beranuer Straße, in presenza -  tra gli altri - della sindaca di Berlino, Franziska Giffey  e di Claudia Roth, commissario del governo federale per la cultura e i media.
Il coro bielorusso Volny si è esibito nel memoriale e nella Cappella della Riconciliazione sull’ex “striscia della morte”.
Inoltre, circa 200 studenti provenienti da Germania, Francia e Norvegia si sono confrontati sul significato della caduta del Muro di Berlino.
La Sindaca di Berlino, Franziska Giffey, ha affermato: “La giornata ci ricorda, soprattutto in questi giorni, di riconoscere il valore della libertà e di accettare la responsabilità che ne deriva”.
Il Segretario Generale Capasso - dopo aver deposto una corona di fiori - ha ricordato la sua presenza a Berlino il 9 novembre 1989 affermando: “Dobbiamo mantenere viva la memoria delle sofferenze causate per decenni dal Muro e dal regime che lo ha generato: allo stesso tempo bisogna essere orgogliosi di ciò che è stato raggiunto dal 1989 ad oggi grazie agli sforzi congiunti tra Est e Ovest. Gli Stati Uniti del Mondo sostengono da sempre questo indispensabile processo di pace e riconciliazione che deve essere posto ad esempio nella vicina Ucraina, vittima di una invasione ingiusta e senza senso”.
A conclusione del suo intervento il SG ha ricordato le parole di San Giovanni Paolo II a sostegno degli Stati Uniti del Mondo: “Libertà significa fare ciò che si deve”.

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“Ho avvertito una sorta di richiamo potente, un moto dell’anima. E così ho scelto di essere anch’io a Piazza San Giovanni” ha affermato il Segretario Generale Michele Capasso.
Il presidente della Commissione diritti umani sen. Giuseppe Lumia, presente alla manifestazione, ha affermato: “La manifestazione EUROPE FOR PEACE ha coinvolto migliaia e migliaia di persone, provenienti da ogni angolo del nostro Paese e con rappresentanti di tante realtà umiliate e offese, come le donne iraniane.
Il mondo Associativo e del Volontariato, delle ONG e del Sindacato, si è messo in gioco, ha rotto gli indugi e ha promosso un’iniziativa a sostegno della Pace che mancava da tanti anni.
È un mondo davvero variegato: molti cattolici, altri di ispirazione cristiana e di diverse altre religioni, altri ancora di principi più laici e culturalmente diversificati, ma tutti in grado di esprimere un sentire comune, solido e progettuale per dare alla Pace un profilo esigente e operativo.
Attraversando la piazza in lungo e in largo, dialogando e scambiando opinioni con molti dei partecipanti, ho colto tre caratteri su tutti.
Il primo: i manifestanti non sono caduti per amor di pace nella trappola del neutralismo. In sostanza, era chiaro in chi l’ha promossa e nella stragrande maggioranza dei partecipanti che l’Ucraina è la vittima e la Russia di Putin il carnefice. Nello stesso tempo era diffusa la consapevolezza che lo sguardo deve essere sempre vigile su tutte le guerre disseminate nel mondo.
Il secondo: la manifestazione è stata promossa da un mondo, oltre che plurale, in sintonia nell’esprimere un impegno concreto nel ricercare la Pace. In piazza infatti c’era gente che agisce concretamente e nella quotidianità nei mille campi della lotta all’emarginazione, dell’accoglienza, del sostegno a chi soffre e vive nei Paesi poveri senza i più elementari diritti umani e spessissimo senza che siano rispettati i principi basilari della democrazia.
Il terzo: nei vari interventi che ho ascoltato, ho colto tante proposte serie per giungere al “cessate il fuoco”, per dare un maggior ruolo alla insostituibile diplomazia, per ridurre le ormai incontrollate spese militari, per evitare la produzione e l’uso delle armi nucleari, che sono più che mai una minaccia da non sottovalutare, e per aprire scenari nuovi di cooperazione e di cambiamento del modo di pensare e progettare il cammino dell’umanità.
La Pace si può fare? Sì, va sempre ricercata e realizzata. Sono pertanto necessari questi passaggi:
1) La Cina deve mettersi in moto e spingere Putin a cambiare radicalmente passo. Nello stesso tempo, gli USA devono garantire a Zelensky quella sicurezza che gli consenta di sedersi ad un tavolo per un negoziato serio, che non intacchi l’integrità del territorio ucraino. L’Europa, dal suo canto, deve essere un più convinto “ponte” di soluzioni bilanciate e condivisibili, per dare a quei territori contesi gli spazi di autonomia che nella storia del nostro Continente abbiamo imparato a utilizzare, senza che siano assoggettati al primato della Russia.
2) Bisogna ripensare e riprogettare il ruolo della governance globale, senza più assegnare al conflitto armato il ruolo di dirimere le controversie tra gli Stati e i Popoli. In questo senso, l’ONU deve essere messa nelle condizioni di svolgere realmente il ruolo istituzionale della governance mondiale della Pace, con poteri e strumenti in grado finalmente di realizzare gli obiettivi per cui è nata. È insomma maturo il tempo per dar vita agli Stati Uniti del Mondo, come di recente ha indicato la Fondazione Mediterraneo con una serie di proposte di alta qualità.
3) Bisogna promuovere su scala globale lo sviluppo sostenibile socialmente e ambientalmente per combattere, con progetti-obiettivo molto concreti e misurabili nelle risorse, nei tempi e nei risultati, disuguaglianze insopportabili, povertà indicibili e disastri naturali.
La manifestazione di Roma è da considerare pertanto una tappa. Seguendo questo virtuoso esempio, è prevedibile che altre Capitali del mondo si metteranno in movimento nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
L’idea che dobbiamo tutti maturare è che ognuno può fare qualcosa, perché la Pace cammina con le gambe, agisce con l’intelligenza e smuove il cuore del “Noi”, del Noi fraterno, del Noi giusto, del Noi partecipe del destino comune”.

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