PREMIO MEDITERRANEO DI PACE - 2018
a
Emma Bonino
Senatrice

Ad Emma Bonino per aver dedicato l’intera vita ai valori della liber tà e della giustizia sociale in difesa dei diritti fondamentali della persona umana. Per aver contrastato quelle politiche basate esclusivamente su interessi particolari e contrarie al Bene Comune. Per essersi dedicata in tutto il mondo agli emarginati ed ai più deboli facendo di questa azione il centro della propria esistenza.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 24 novembre 2018

PREMIO MEDITERRANEO DI PACE - 2017
a
Madre Yvonne Reungoat
Superiora Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice Salesiane di Don Bosco

Per l’attività in favore della Pace e della concordia tra i Popoli del mondo, svolta alla guida delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), in modo particolare dove imperversano le guerre e le povertà: proprio in questi luoghi le FMA costituiscono, spesso, l’unico punto di riferimento per uomini e donne appartenenti a fedi diverse. Madre Yvonne Reungoat, con la sua esperienza di missionaria nei luoghi più bisognosi del continente africano, ha la consapevolezza della gioia e della semplicità nell’aiutare gli altri e nel sentirsi “Famiglia”: un luogo in cui - grazie al carisma di Don Bosco ed all’esempio di Madre Mazzarello - è possibile, quotidianamente, dare spazio a quella “Creatività dell’Amore” che costituisce lo strumento con cui si attua il carisma salesiano, con umiltà e con la speranza nei giovani, futuri realizzatori di una Civiltà della Pace e dell’Amore.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 09 novembre 2017

PREMIO MEDITERRANEO DI PACE - 2014
a Barack Obama

Presidente degli Stati Uniti, USA

Per i suoi straordinari sforzi finalizzatii a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli. Per il suo continuo sostegno ad una visione di un mondo libero dalle armi di distruzione di massa. Coerentemente con la sua politica – affermatasi già durante il suo primo mandato – Barack Obama sostiene il dialogo e la cooperazione fra tutti i popoli, indipendentemente dalle etnie, dalle religioni e dalle politiche nazionali. In particolare, ha tracciato e sostenuto nuove relazioni tra il mondo Musulmano e l’Occidente, sulla base di interessi comuni, di reciproca comprensione e rispetto.
Durante il suo mandato, il presidente Obama ha continuato la sua ferma azione in difesa dei diritti umani e della democrazia, come pure ha sostenuto misure efficaci per combattere il cambiamento climatico del Pianeta. Oggi continua a sostenere con forza il processo di pace in Medio Oriente e nel Grande Mediterraneo.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 13 Gennaio 2014

PREMIO MEDITERRANEO DI PACE - 2014
a Ernesto Olivero

Fondatore Sermig, ITALY

Per la creazione del Sermig, un luogo di pace e di educazione dei giovani per la pace.
Con la sua fede e la sua tenacia ha realizzato migliaia di progetti per aiutare i più deboli in tutto il mondo.
É un esempio di come un uomo può agire con la forza della fede per il bene di tutta l'umanità.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 02 ottobre 2014

PREMIO MEDITERRANEO DI PACE - 2013
all'Isola di Lampedusa

ITALIA

Per l’alto valore simbolico dell’accoglienza, dell’integrazione e della coesistenza con migliaia di diseredati - in cerca di dignità, vita e futuro - con i quali gli abitanti di Lampedusa hanno intrecciato rapporti di solidarietà e amicizia, costituendo un grande meticciato di civiltà.
Per l’azione svolta in favore dei diritti umani e della difesa dell’ambiente naturale quale strumento di dialogo e cooperazione tra i Popoli.

La Cerimonia di Assegnazione
Lampedusa, 01 luglio 2013

PREMIO MEDITERRANEO DI PACE - 2012
Majallie Whbee
Vice Presidente Assemblea Parlamentare del Mediterraneo
ISRAELE

Per l'impegno profuso nel promuovere il dialogo tra Israele e Palestina all'interno dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, affrontando con equilibrio e verità storica i problemi antichi ed attuali che impediscono il processo di Pace, nella consapevolezza che quest'ultimo costituisce l'unica via percorribile per due Popoli in due Stati: destinati dalla Storia e dalla Geografia a coesistere sulla stessa Terra.

 

La Cerimonia di Assegnazione
Malta, 13 Ottobre 2012

PREMIO MEDITERRANEO DI PACE - 2012
Taysser Quba'a
Vice Presidente Assemblea Parlamentare del Mediterraneo
PALESTINA

Per l'impegno profuso nel promuovere il dialogo tra Israele e Palestina all'interno dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, affrontando con equilibrio e verità storica i problemi antichi ed attuali che impediscono il processo di Pace, nella consapevolezza che quest'ultimo costituisce l'unica via percorribile per due Popoli in due Stati: destinati dalla Storia e dalla Geografia a coesistere sulla stessa Terra.

La Cerimonia di Assegnazione
Malta, 13 Ottobre 2012

PREMIO MEDITERRANEO DI PACE - 2011
S.E. CARDINALE CRESCENZIO SEPE
Arcivescovo Metropolita di Napoli, ITALIA

Per l’impegno profuso nel promuovere il dialogo tra culture e civiltà con il coinvolgimento dei giovani. In particolare è stato l’artefice del XXI° Incontro Internazionale Interreligioso per la Pace dal tema “Per un mondo senza violenza, religioni e culture in dialogo” svoltosi a Napoli dal 21 al 23 ottobre 2007. Il Cardinale Crescenzio Sepe ha, poi, il merito di aver istituito, per il 2011, un “Giubileo Speciale” per Napoli, affidando a tutti i cittadini il compito della rinascita della città.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 20 maggio 2011

ANDRE' AZOULAY - 2010
Consigliere del Re del Marocco e Presidente della Fondazione Euromediterranea "Anna Lindh" per il Dialogo tra le Culture, MAROCCO

Ha testimoniato l’importanza del dialogo tra le culture, della mutua comprensione e della coesistenza nella giustizia sociale e nella democrazia. Oggi continua la sua azione a favore della pace nella regione del Grande Mediterraneo testimoniando che non c’è pace e rispetto delle differenze senza la tutela dei diritti della persona. È tra i promotori di un vero dialogo tra il Mondo Arabo‑Islamico e quello dell’Occidente.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 13 giugno 2010

MAHMOUD DARWICH - 2009
Poeta palestinese, PALESTINA

Comunemente considerato come “il poeta della Pace”, “il poeta della causa palestinese” o della Resistenza palestinese - ha saputo fuggire dall’esiguità del campo tematico che offriva la poesia di resistenza, trasformando poco a poco in miti gli oggetti più familiari della terra perduta, trattando così la Palestina come una metafora della condizione umana. La sua poesia già potentemente lirica si alimenta velocemente di un soffio epico prodigioso, dispensato essenzialmente attraverso l’evocazione intelligente di figure storiche o mitiche attinte da tutte le culture. Il lavoro ingegnoso sulle immagini, e le formule colme di efficacia, permettono a Mahmoud Darwich di darsi, e di dare alla Palestina l’identità rubata loro con il sogno della Pace. Ma la sua poesia sviluppa soprattutto una riflessione profonda e dolorosa sulla memoria, sull’esilio in tutte le sue dimensioni, e, oltretutto, a partire dagli anni ‘90, scava profondamente nel vivo dell’estraneità, dell’alterità e della morte. Sostituto della patria confiscata, la scrittura è altamente rivendicata come principio dell’esistenza e ancor più, come “sopra-vita”. La poesia acquisisce a questo punto pienamente il suo senso di dimora (bayt). Mahmoud Darwich, con la sua poesia, ha saputo promuovere la Pace nel mondo e nell’area Euro Mediterranea.

La Cerimonia di Assegnazione
Gaeta, 27 marzo 2009

CARMINE NARDONE - 2008
Presidente della Provincia di Benevento, ITALIA

Per la sua azione politica e scientifica in favore della Provincia di Benevento, grazie alla quale è stato possibile elevare il territorio sannita a polo di eccellenza tecnico ed economico in ambito euromediterraneo. Attraverso la creazione di una scuola internazionale di diagnostica ambientale, ha realizzato un vero laboratorio di pace nel quale giovani provenienti da 30 Paesi del Grande Mediterraneo si sono riuniti in una nuova dimensione delle tecnologie avanzate in cui i servizi satellitari dallo spazio sono resi ad esclusivo servizio dell’umanità.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 4 gennaio 2008

SHIRIN EBADI - 2007
Premio Nobel per la Pace, IRAN

Grande Prima donna giurista in Iran, premio Nobel per la pace, si è distinta per il suo impegno per i diritti umani, per la democrazia, per il rispetto delle donne e dei bambini. La sua ferma opposizione alla cultura patriarcale che, nel mondo e nel Mediterraneo, nega i diritti delle donne costituisce un punto fermo per un futuro di pace fondato sull’eguaglianza di genere. La sua azione è rivolta specialmente in favore dei bambini, speranza dell’ umanità, affinché crescano in un universo relazionale, emotivo ed affettivo dove non vi sia né violenza né sopraffazione. La sua figura di praticante musulmana è emblema dell’antica tradizione di accoglienza e rispetto dell’Altro propria della cultura dell’ Islam e contraddice immagini stereotipate di cui i media sono creatori e divulgatori. Il suo impegno per la costruzione del dialogo attraverso la ricerca di valori condivisi è monito e guida all’azione comune per la creazione di un Grande Mediterraneo di pace e prosperità.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 5 marzo 2007

PREMIO MEDITERRANEO DI PACE - 2006
Parrocchia di S. Giorgio Maggiore 
Parrocchia di S. Maria della Sanità 
Parrocchia Resurrezione del Signore 
ITALIA

Per l’impegno svolto a favore della Pace e della Solidarietà sociale nelle aree emarginanti di una grande metropoli, qual è la città di Napoli, laddove si esacerbano i conflitti dovuti alla povertà e alla disuguaglianza di risorse e opportunità.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 4 gennaio 2007

ASSOCIAZIONE "MARSEILLE ESPERANCE" - 2004
Presidente Jean Claude Gaudin, FRANCIA

L’originalità e l’esemplarità nella promozione del dialogo interreligioso senza frontiere, riunendo i rappresentanti delle religioni e delle credenze praticate dagli abitanti della città focena, costituiscono l’azione meritoria di questa Associazione.

 

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 28 maggio 2004

padre ELIAS CHACOUR - 2003
Cristiano, Arabo e cittadino d'ISRAELE

Sacerdote a Ibillin, un piccolo villaggio della Palestina, Elias Chacour, cristiano, arabo e cittadino d’Israele, è uno dei pochi testimoni viventi di una coesistenza, oggi impossibile, nel medio Oriente. È un uomo che, malgrado l’amarezza che potrebbe suscitare in lui la storia del suo Popolo, si batte strenuamente e quotidianamente per la riconciliazione di questi due “fratelli di sangue”, gli Israeliani e i Palestinesi. Tra le sue sfide, quella di costruire la pace senza mai cedere davanti a coloro che continuamente la distruggono. La sua opera inizia da una scuola, da lui fondata a Ibillin, dove 4500 bambini e studenti palestinesi, musulmani o cristiani, e giudeo – israeliani apprendono insieme. È su questi banchi che la missione di Elias Chacour prende forma: costruire una terra di pace dove possano vivere, insieme e in pace, i figli di Dio, fratelli che oggi si sbranano a vicenda. È un messaggio d’amore e un’arringa appassionata in favore della pace quella che Chacour indirizza ai suoi fratelli palestinesi e israeliani, non per convertirli alla sua religione, ma per mostrargli una possibilità concreta e tangibile di condivisione di pace e di vita. Chacour è un “altro uomo di Galilea” che parla dal profondo della sua sofferenza e della sua sapiente esperienza.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 14 marzo 2003

alla memoria di MARIAGRAZIA CUTULI E JULIO FUENTES - 2002
Giornalisti uccisi in Afghanistan, ITALIA-SPAGNA

La guerra. Groviglio di torti e passioni, di infamie e grandezze. Come uno strappo nel tessuto che a stento millennio dopo millennio dal primo lontano antenato agli albori di quella riflessione e coscienza che pose regole e leggi a frenare l’istinto, reprimere l’egoismo, invenire una concezione del bene, legare nel mutuo ausilio con valori generali e comuni e ci ha reso meno transeunti nel gran mare dell’essere per la traccia che vi persiste, si rinnova nel presente, perpetua nel futuro e segna un’identità più alta di quella biologica. Uno strappo in cui nella lotta di forza contro forza la civiltà tragicamente costruita si fa come incerta e a momenti vacilla. E loro là, i corrispondenti di guerra, senza odio né parte, a testimoniare coraggi e viltà, esempi di compassione o di abusi, di generosità e di bassezze, senza pregiudizio alla ricerca di quella verità che ciascuno dei contendi travisa. Là per fondare su quella verità una migliore comprensione degli uni e degli altri, delle sofferenze di chi gli uni e gli altri subisce, mettere in questione le certezze opposte e gettare le basi di un nuovo intendimento che ponga fine alle ostilità, stabilisca una nuova pace, possibilmente più giusta. Per questa comprensione, per questo futuro migliore e più umano, là: tenaci, senza risparmio, senza fuga dal rischio. Senza appoggio, se non quello lontano dei giornali che li hanno inviati a una missione più difficile del combattimento, quasi sempre più oscura. Là, inermi tra gli armati, sereni tra le passioni, arditi senza baldanze, determinati più dei combattenti. Là, sempre un passo più avanti e dove la lotta è accesa, convinti e decisi. Fino al sacrificio come Maria Grazia Cutuli e Julio Fuentes di cui ci riportano i corpi mutilati e il telefonino spezzato. Non si è spezzata la loro voce che qui raccogliamo, il loro messaggio che qui ripetiamo nel loro nome.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 4 gennaio 2002

LEAH RABIN - 2001
ISRAELE

Leah Rabin è stata una grande donna israeliana: una donna che ha lottato per la pace, capace di toccare i cuori con una voce chiara, sincera, con la sua speranza in un futuro migliore, con il suo ottimismo contagioso.

 

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 4 gennaio 2001

alla memoria di S.M. HASSAN II - 2000
Re del MAROCCO

Il Marocco, nonostante abbia gran parte delle sue coste sull´Atlantico, è autenticamente mediterraneo. Non soltanto perché da Tangeri a Oujda si estende la costa marocchina bagnata dal Mediterraneo, ma perché la cultura del Marocco è fondata su quell´umanesimo che ha fatto dell´uomo la misura del mondo: un umanesimo universale, come hanno sottolineato molti pensatori ed artisti. Uno di questi scrisse: ´Se l´umanità è destinata a sopravvivere, la civiltà di domani, così come quella di ieri, dovrà essere costruita sulle fondamenta delle grandi tradizioni umanistiche e classiche del Mediterraneo. Questo termine Mediterraneo è spesso utilizzato solo dal punto di vista geografico, riducendo così il suo valore universale´. Dall´alto della città di Tangeri una linea blu divide le acque dell´Oceano da quelle del Mediterraneo; queste ultime sembrano avventurarsi nell´Atlantico alla ricerca di altri continenti da fecondare con la cultura e le antiche tradizioni. Questa linea di divisione - nel Corano Marajou AI Bahrein - è la rappresentazione forte dell´attitudine del genio mediterraneo a trasmettere la nostra antica immortale cultura al mondo intero: un´attitudine che S.M. Hassan II ha costantemente alimentato, dalla Sua ascesa al trono fino ad oggi, continuando l´opera di unità nazionale iniziata da Suo padre Mohammed V. Il Suo grande merito è stato quello di sostenere il processo di democratizzazione verso cui ha saggiamente indirizzato il Suo Paese: quest´azione resterà nella storia come pilastro principale della Sua vita politica. Accettando questa sfida, Egli ha smentito tutti coloro che sostenevano un´assoluta incompatibilità strutturale tra l´Islam e la Democrazia. Istituendo, per la prima volta nel mondo arabo e nella riva sud del Mediterraneo, la pratica dell´alternanza democratica, S.M. Hassan II ha offerto non solo al popolo marocchino ma a tutti i popoli arabi e musulmani un esempio di fierezza e di speranza. Per molto tempo, in questo ambito, si sono confusi fini e mezzi a vantaggio di un pluripartitismo formale incapace di costruire un´esperienza democratica. L´alternanza, al contrario, è l´unico indiscutibile parametro in grado di assicurare un pluralismo concreto e fondato sui bisogni reali della gente. Nel Suo libro autobiografico Egli ha descritto una parabola che si è diffusa nel tempo: ha comparato il Suo Paese ad un albero che estende le proprie radici nella terra africana - nutrendosi delle antiche tradizioni - e le proprie foglie verso l´Europa, dispensatrice di modernità. Per svilupparsi questo albero deve legare le due rive del nostro mare comune, come braccia che li raccolgono e le uniscono, come un ponte ideale. Maestà, nel momento in cui le più alte intelligenze del Mediterraneo Le assegnano questo premio, ci uniamo a loro certi che questo alto riconoscimento viene conferito non solo al massimo esponente del mondo maghrebino ma anche all´insieme dei popoli del Maghreb che, grazie alla Sua opera, possono sperare in un futuro fondato sulla pace e sul rispetto delle diverse identità".

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 5 gennaio 2000

LAMBERTO DINI - 1999
Ministro degli Affari Esteri, ITALIA

Il Ministro Dini ha guidato l´azione dell´Italia per la preparazione e lo svolgimento della riunione ministeriale euro-mediterranea del 3-4 giugno 1998 a Palermo, che è valsa a restituire fiducia nei principi e nel programma di interventi previsti dalla Dichiarazione di Barcellona del 28 novembre 1995. Nel riaffermare l´assoluta priorità del partenariato euro-mediterraneo per la promozione nella regione di un´area a prosperità condivisa, il messaggio di Palermo ha indicato quale linea maestra l´impegno solidale per contrastare e rimuovere le cause dell´instabilità, siano esse di natura politica, economica, sociale e culturale. Il Ministro Dini, quale assertore del concetto della stabilità globale ha contribuito all´accoglimento di questa direttrice di azione che potrà accelerare gli sforzi per la tempestiva conclusione di una Carta euro-mediterranea per la pace e la stabilità. E´ in stretta coerenza con tale obbiettivo che il Ministro Dini si è fatto sostenitore e protagonista del rilancio del dialogo con la Libia anche nella prospettiva di favorire le condizioni per la revoca delle sanzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza nei confronti di detto Paese. E´ importante che il dialogo sia perseguito con pazienza da tutte le Parti e si approfondisca con la massima comprensione reciproca nell´auspicato fine di reinserire a pieno titolo la Libia negli sforzi diretti al rafforzamento della pace e della stabilità nella regione. Nello stesso spirito di Palermo e a sostegno della ricerca di una generale pacificazione del Mediterraneo la visita condotta nel luglio 1998 ad Algeri ha fornito un suo specifico importante concorso rivelandosi concreta testimonianza del dialogo di più stretta cooperazione con un Paese così duramente colpito da una tragica violenza terroristica.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 5 gennaio 1999

KIRO GLIGOROV - 1998
Presidente della Repubblica di MACEDONIA

Grande figura dell´antifascismo europeo e della guerra di liberazione nei Balcani, Gligorov è l´uomo politico che con la sua azione e il suo prestigio nella Federazione Jugoslava è riuscito a contenere la deriva tragica dei similari regimi europei. Nella sua azione e con i suoi scritti ha sempre difeso i principi dei diritti dell´uomo dell´uguaglianza dei cittadini, dell´espressione democratica anche quando queste idee erano assolutamente minoritarie. Con la sua guida la Macedonia è entrata in pieno nello spirito e nella pratica del concerto europeo costituisce il fulcro d´una politica che mira a portare all´integrazione del Sud-Est europeo nel quadro dell´Unione Europea. Questo Premio vuole riconoscere la chiarezza di vedute, la coerenza e determinazione politica, il coraggio che Gligorov ha avuto sempre, sin dalla costituzione della nuova situazione jugoslava del dopoguerra, nell´affermare le stesse idee guida anche quando non erano conformi alla politica corrente. Idee e principi di cui è esempio è riuscito a ottenere che anche la Macedonia divenisse un esempio.

La Cerimonia di Assegnazione
Napoli, 5 gennaio 1998