Tutti gli Eventi e le Iniziative || Anno per Anno

Il presidente Michele Capasso e Jacopo Molinari hanno visitato gli Emirati Arabi Uniti fino ai confini con il Sultanato dell’Oman.

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Nel corso di una missione in Siria e Iraq il presidente Michele Capasso e Jacopo Molinari hanno visitato i centri di accoglienza dei perseguitati vittime dei massacri, continuando l’azione di solidarietà attivata nel mese di agosto 2014.

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Il Presidente della Fondazione Michele Capasso e Jacopo Molinari sono intervenuti agli eventi celebrativi del ventesimo anniversario dell’Emirates Center for Strategis Studies and Research.
Nel corso di vari incontri sono stati rinsaldati i rapporti tra i due organismi in termini fi geopolitica e dialogo nell’area del Grande Mediterraneo.
Il Direttore Generale dr. Jamal Sanad Al-Suwaidi ha espresso gratitudine al Presidente Capasso per la sua azione in favore della pace.

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Il presidente Capasso è intervenuto alla Conferenza internazionale “The Role of Research Centers in Supporting Public Policy”.
Nelle nazioni avanzate lo sviluppo procede secondo una visione strategica multidimensionale, sostenuto da contributi di centri di ricerca prestigiosi e affidabili. In occasione del suo 20 ° anniversario, e in considerazione dell'importanza del ruolo dei centri di ricerca nei processi decisionali nazionali e formulazione delle politiche pubbliche, il Centro Emiratino per gli Studi Strategici e le Ricerche ha organizzato questa conferenza scientifica dal titolo: The Role of Research Centers in Supporting Public Policy.
La conferenza ha affrontato diversi argomenti - in particolare l'importanza del ruolo dei centri di ricerca nel sostenere e perfezionare l'ordine pubblico - e ha presentato esempi internazionali da Stati Uniti, Europa, Asia e mondo arabo sul ruolo che i centri di ricerca svolgono nell'assistenza ai decisori. La conferenza ha affrontato le sfide elaborate dai centri di ricerca arabi, compreso il modo di stimolare sia i loro specifici ruoli e le attività di ricerca, in generale, nel mondo arabo. Sono stati discussi i ruoli dei centri di ricerca per il raggiungimento della sicurezza e della stabilità e presentata una visione per guidare i futuri studi dei centri di ricerca arabi.
La conferenza ha cercato di stabilire un collegamento tra i centri di ricerca strategici e scientifici, al fine di capitalizzare le loro capacità nello sviluppo di nuove prospettive che aiuteranno la pianificazione politica pubblica ed il processo decisionale. L'evento ha coinvolto la partecipazione di alto livello all'interno degli Emirati Arabi Uniti e all'estero, con un gruppo elitario di accademici, esperti e funzionari di centri di ricerca arabi e internazionali.

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Il presidente della Fondazione Michele Capasso ha reso omaggio all’opera di H.H. Shaikh Zayed Bin Sultan Al Nahyan, leader fondatore degli Emirati Arabi Uniti nel 1971, in occasione del 43° anniversario.
“Un uomo con una visione precisa del Bene Comune - ha affermato il presidente Capasso - che ha saputo coniugare tradizione e modernità, valorizzando saperi e culture come risorsa fondamentale dei popoli”.
H.H. Sheikh Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ministro degli Esteri, in una dichiarazione in occasione del 43 ° Giornata Nazionale, ha detto: "La nostra celebrazione della 43 ° Giornata Nazionale coincide con la preparazione del nostro progetto storico e strategico per entrare nella esplorazione dello spazio, costruendo  la sonda “Mars”: sarà il primo passo per il mondo arabo islamico in questo campo e sarà guidata da un team degli Emirati per raggiungere Marte nei prossimi anni. Il progetto è una chiara prova dei risultati ottenuti dagli Emirati in vari campi e allo stesso tempo riflette le capacità avanzate degli Emirati nell’affrontare le ultime evoluzioni tecniche, scientifiche e tecnologiche”.

 

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Alla riunione di Barcellona  del 5 dicembre 2014 il “Board of Governors”  ha confermato la nomina del membro dell'Assemblea nazionale francese, Elizabeth Guigou, quale Presidente della Fondazione Anna Lindh.
Reagendo alla sua nomina Elizabeth Guigou ha sottolineato l'importanza di sostenere la società civile e la comunità del Mediterraneo per lottare per un futuro comune e ha anche sottolineato che il lavoro della Fondazione Anna Lindh è "più che mai necessario" per  affrontare importanti sfide regionali. Elizabeth Guigou ha voluto rendere omaggio al presidente uscente André Azoulay: "che ha avuto un ruolo centrale nel rendere la Fondazione un attore importante nella cooperazione tra i paesi del Mediterraneo."

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Dopo il furto dei giorni scorsi, il presidente Capasso ha rivolto un accorato appello alle amiche ed agli amici della Fondazione affinchè - nei limiti delle possibilità di ciascuno e nel pieno rispetto delle normative vigenti _ sostengano la Fondazione e le  sue attività per la pace nel mondo e la solidarietà

 

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Ignoti ladri, distruggendo i sistemi di sorveglianza e le porte di accesso, sono penetrati nella sede della Fondazione e del Museo MAMT asportando computer e reperti del Museo, specialmente i pastori del presepe.

“Un momento triste - ha affermato il presidente Capasso – proprio nel momento in cui la Fondazione Mediterraneo ha celebrato il suo Venticinquesimo anniversario di attività a sostegno della pace nel mondo e della solidarietà. Con orgoglio e fierezza possiamo presentare un bilancio ricco di risultati concreti, ultimo il riconoscimento dell’UNESCO al nostro Museo MAMT - Museo Mediterraneo delle Arti, della Musica e delle Tradizioni, vittima di questo furto. E’ avvilente constatare che tutto quello che è stato possibile realizzare non solo grazie alla personale dedizione ed all’impiego di gran parte di risorse personali, ma, soprattutto, grazie al coinvolgimento di tanti amici di vari Paesi - che hanno voluto condividere e sostenere la nostra Fondazione ed il Museo MAMT - sia stato oggetto di questo atto vandalico incomprensibile. Andremo avanti con nuove sfide: non solo in termini di solidarietà e aiuto alle popolazioni vittime di guerre ingiuste, ma anche per sostenere iniziative tese a valorizzare il grande patrimonio - culturale, artistico, immateriale - dei paesi euro-mediterranei che questo Museo custodirà e valorizzerà sempre di più”.

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“Per quanto tempo il Medio oriente dovrà ancora soffrire per mancanza di pace?”
Dall’Ak Saray, il nuovissimo e imponente palazzo presidenziale di Ankara, accolto dal Presidente Erdogan, i tuoni di guerra certo non si sentono, ma i confini di Siria e Iraq non sono poi così lontani. Papa Francesco non si è lasciato sfuggire l’occasione, e così venerdì, appena giunto nella capitale, tappa iniziale del viaggio in Turchia, ha subito puntato l’attenzione sulla martoriata regione, da troppo tempo devastata da guerre che sembrano autoalimentarsi in una spirale infinita.
Nel primo discorso ufficiale in terra turca, il Pontefice ha ribadito che non ci si può rassegnare alla continuazione dei conflitti come se non fosse possibile un cambiamento in meglio della situazione. E ha lanciato un nuovo, accorato appello a intraprendere con coraggio iniziative che portino alla pace.
Rispondendo all’invito rivoltogli da Bartolomeo il 19 marzo 2013, Francesco è giunto in Turchia venerdì 28 novembre soprattutto per rafforzare il profondo legame che unisce le sedi di Roma e di Costantinopoli. Ma se il respiro ecumenico costituirà il cuore della visita, con l’appuntamento al Fanar nella festa patronale di Sant’Andrea, il Pontefice non poteva non tener conto della situazione dell’area e delle peculiarità della nazione che lo ospita.
Il viaggio appena cominciato si svolge infatti in un Paese laico, a stragrande maggioranza musulmana, che è un ponte tra l’Europa — a cui la Turchia guarda da tempo con l’auspicio di potervi entrare come membro dell’Ue — e il Medio oriente da sempre instabile, ora alle prese anche con la sanguinaria avanzata del cosiddetto Stato islamico. Che perseguita, costringendole alla fuga, intere popolazioni; e tra queste diverse comunità cristiane.
Il presidente Capasso ha sottolineato l’importanza del viaggio papale ed il ruolo cruciale della Turchia, già riaffermato dalla Fondazione in più occasioni e, specialmente, durante la visita del presidente Erdogan a Napoli presso la sede della stessa Fondazione.
“Una grande emozione l’inchino al Patriarca Bartolomeo I, una speranza per la pacifica coesistenza tra religioni e culture”, ha concluso Capasso.

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Una delegazione della Fondazione Mediterraneo e della Casa del Maghreb Arabo ha partecipato alla Seconda edizione del “FORUM MONDIALE DEI DIRITTI UMANI”svoltasi a Marrakech, dove si trova  una delle sedi della Fondazione, presso l’Università Cadi Ayyad.
Dopo il Brasile, il Forum viene accolto dal Marocco attraverso un lungo processo inclusivo.
Più di 5.000 partecipanti provenienti da 94 Paesi del mondo si sono riuniti per fare il punto sulle principali tematiche e problematiche inerenti i Diritti Umani e gli ostacoli che ancora oggi esistono per la loro difesa ed applicazione: dalle Nazioni Unite alle ONG internazionali, dalle associazioni agli esperti di organismi internazionali (tra cui alcuni Premi Nobel) vi è stata una mobilitazione unica che lascerà una traccia nella difesa dei Diritti Umani e della uguaglianza e parità tra uomo e donna.
Workshop, eventi speciali, incontri autogestiti, media e sistemi di comunicazione hanno caratterizzato un evento che ha visto 52 forum tematici, 17 eventi speciali, 13 attività interne, 13 ateliers di formazione, 32 attività autogestite, 15 eventi culturali e 1 studio sul Forum.
“Il Marocco ancora una volta si presenta come leader nella promozione dei Diritti Umani – ha affermato il presidente Michele Capasso – e questo evento, grazie all’impegno del caro amico Driss El Yazami – costituisce una tappa importante che inciderà sull’agenda internazionale dei prossimi mesi, caratterizzata dalla “Conferenza sul Clima” (Parigi, 2015), dagli obiettivi del Millennio e da “Beijiing + 20 per la parità dei diritti delle donne. Per il Marocco è l’occasione di posizionarsi nel dibattito mondiale dei Diritti Umani come partner attivo e qualificato”.

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