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27 Agosto 2025
Una delegazione degli “Stati Uniti del Mondo” e della “Fondazione Mediterraneo” ha partecipato alla “46ª edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli”.
In particolare, nell’Auditorium isybank D3, in diretta su askanews, Famiglia Cristiana, Rai News, Telepace Verona, Teleradiopace e Vatican News, si è svolto l’incontro dal titolo “Santi Nuovi”, che ha chiuso la 46ª edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli. Al tavolo sono intervenuti Paolo Asolan, docente di Teologia pastorale fondamentale e preside del Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis (Pontificia Università Lateranense); Marco Cesare Giorgio, presidente del Centro Culturale Pier Giorgio Frassati; S.E. Mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno. Ha moderato l’incontro Bernhard Scholz, presidente del Meeting. È stata inoltre proposta un’intervista video ad Antonia Salzano, madre del beato Carlo Acutis, in vista della sua canonizzazione prevista per il 7 settembre a Roma.
« Santi nuovi perché non sono stati monaci o consacrati, ma santi che hanno vissuto la normalità di scuola, lavoro, amicizie», ha spiegato il Segretario generale Michele Capasso, continuando: « Troppo spesso pensiamo che la santità richieda condizioni speciali. Qui invece scopriamo che lo straordinario si può vivere dentro l’ordinario ». Il richiamo immediato è stato a Carlo Acutis, il “cyber-apostolo dell’Eucaristia”, primo millennial a essere elevato agli onori degli altari e primo “Ambasciatore degli Stati Uniti del Mondo”: titolo ritirato dalla mamma Antonia Salzano che, in un videomessaggio al meeting, ha affermato:
« Carlo ha portato lo straordinario nell’ordinario. È un modello perché ci dice che la santità è per tutti. Fin da bambino scelse di essere fedele a Gesù. Andava a messa ogni giorno, faceva adorazione eucaristica, recitava il rosario. Ma non era fuori dal mondo: studiava, giocava, faceva sport, era simpatico e ironico. Carlo insegnava a valorizzare il tempo dicendo che il tempo è un dono e non va sprecato. Ogni scelta quotidiana ha conseguenze eterne. Bisogna vivere con serietà, senza sciupare la vita ».
La madre ha raccontato la sua gioia contagiosa: « Carlo mi faceva ridere. Anche di fronte alla malattia non perse mai il sorriso. Quando gli dissero che aveva la leucemia, disse: “Il Signore mi ha dato la sveglia”. Non aveva paura della morte, ma del peccato». Ha spiegato la fama mondiale del figlio: « Subito dopo la sua morte iniziarono preghiere e grazie. Oggi riceviamo segnalazioni da tutto il mondo. È diventato un amico per tanti giovani ». Per lei, la canonizzazione del 7 settembre 2025 è un invito a tutti: « Non solo Carlo, ma anche noi dobbiamo lasciarci “canonizzare”, cioè vivere la nostra vocazione alla santità. Io stessa ho scoperto la fede grazie a lui. Carlo mi ha salvata ».
