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Si è svolta a Firenze la seconda edizione di “Mediterraneo frontiera di Pace” organizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) congiuntamente al Comune di Firenze, che ha organizzato congiuntamente un incontro dei Sindaci del Mediterraneo sull’impronta di Giorgio La Pira.
“Quello vissuto da sindaci e vescovi del Mediterraneo è un momento importante – ha affermato il presidente della Fondazione Michele Capasso, da trent’anni impegnato per la Pace nel Mediterraneo quando pochi prestavano attenzione alla regione – e questi giorni in cui sindaci, presuli, esperti e volontari si sono potuti confrontare e ascoltare rappresenta un atto significativo proprio mentre in Ucraina si prospetta una guerra atroce nel cuore dell’Europa, ai confini del Mediterraneo”.
Il presidente Capasso ha ricordato l’amicizia tra il padre Raffaele (Sindaco di San Sebastiano al Vesuvio) e Giorgio La Pira, il suo incontro – ancora adolescente – con il Sindaco visionario che ha lasciato un’impronta indelebile nella sua formazione.
“Ritrovandosi insieme mossi da una reciproca volontà di ascolto - ha affermato il presidente della CEI Cardinale Bassetti - sindaci e vescovi hanno siglato anche una dichiarazione comune, “La carta di Firenze”, in cui sono emersi punti che stanno a cuore a tutti, indipendentemente dalla diversa visione del mondo e dalle differenti religioni. Un fatto meraviglioso mentre una folle guerra si sta svolgendo in Ucraina portando morte e distruzione”. “Ma l’orologio della storia non vuole fermare le sue lancette a Firenze - prosegue il cardinale Bassetti - anzi vuole che risuoni continuamente l’ora della pace e del dialogo”.
Il pensiero del presidente della Cei va poi a Giorgio La Pira, che fu sindaco di Firenze nei primi anni Sessanta e che vedeva nel Mediterraneo “un mare che unisce e non divide”, “il ‘grande lago di Tiberiade’ in cui si affacciano le civiltà che appartengono alla ‘triplice famiglia di Abramo’”. Per il cardinale Bassetti l’incontro fra queste civiltà “può cambiare la storia non solo del Mediterraneo, ma del mondo intero”. “Lasciatemelo dire - dichiara energicamente il porporato - Dio ci ha chiamato qui a Firenze contro ogni avversità, contro ogni difficoltà, contro ogni guerra”. E citando ancora La Pira, il porporato rimarca che occorre abbattere muri e costruire ponti tra le genti del Mediterraneo, “unire ciò che è stato diviso per secoli”, unire, in nome della fratellanza umana, come ha asserito il Papa nel documento di Abu Dhabi, unire per la pace.
Infine il cardinale Bassetti ringrazia sindaci e vescovi per il “meraviglioso lavoro” svolto in questi giorni che ha dato vita alla “Carta di Firenze”, invitando a portare il documento nelle città, nelle scuole, nelle comunità religiose, nelle parrocchie, a diffonderlo, divulgarlo, ma soprattutto incarnarlo. Per il porporato questa Carta è la testimonianza che esiste una coscienza mediterranea, “è un patto sociale, un patto di amicizia”. “La Carta di Firenze - conclude il presidente della Cei - è davvero un raggio di sole in questo momento in cui attorno a noi sentiamo il rumore delle armi e sembra esserci tanto buio”.
Nel testo integrale dell'intervento del cardinale Bassetti, reso noto sul sito della Cei, viene ricordata la triste definizione che Papa Francesco ha più volte dato del Mare Mediterraneo: il “più grande cimitero d’Europa”. “Negli ultimi anni, migliaia di uomini, donne e bambini hanno perso la vita solcando questo mare in cerca di una vita migliore o in fuga da una guerra – rimarca il porporato - Questa emergenza drammatica ci interpella profondamente come cristiani e come persone umane. Non possiamo rimanere indifferenti rispetto al grande flusso migratorio che ormai da tempo caratterizza il Mediterraneo. Dobbiamo perciò soccorrere e aiutare”. Per il presidente della Cei occorre anche vedere le migrazioni “non solo come un problema ma come una grande opportunità. Un’occasione per trasformare le nostre città in luoghi di accoglienza e di ospitalità”. Ma il cardinale Bassetti evidenzia anche l’altra emergenza che sta scuotendo il mondo, “le notizie drammatiche e le immagini ancor più inquietanti che provengono dall’Ucraina”, che raccontano una nuova “tragedia umanitaria”. “Il mio pensiero e la mia preghiera vanno verso tutte quelle persone che adesso si trovano nei rifugi sotterranei e a coloro che stanno fuggendo” confida il cardinale Bassetti, che lancia un appello “a tutti coloro che stanno combattendo”: “Vorrei usare le parole semplici di un vecchio sacerdote: vi prego, vi scongiuro, fermatevi! In nome di Dio, no alla guerra!”