Anno 2018

A conclusione di un incontro dedicato al compianto Predrag Matvejevic’, Giacomo Scotti con Michele Capasso dedica al fraterno amico una poesia.
In questa occasione Michele Capasso ricorda il quarto di secolo trascorso con il “fratello Predrag”: con il quale costituì, trent’anni fa, la Fondazione Mediterraneo.

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In occasione dell’incontro “Predrag Matvejevic. A proposito di Mediterraneo” il prof. Francesco Soverina ha commentato il libro “Diario di una guerra” di Predrag Matvejevic ed a cura di Michele Capasso.
In questa occasione Capasso ha ripercorso le tappe della sua amicizia con Matvejevic e la decisione di sospendere la propria attività professionale per aiutare le popolazioni della ex Jugoslavia.

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La Fondazione Mediterraneo, presente a Marrakech con la sua sede, ha ricordato il 70° anniversario della Dichiarazione Universale ONU dei Diritti dell’Uomo.
Il 10 dicembre 1948, 70 anni fa, a Parigi, l’Assemblea delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo come "ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e tutte le Nazioni".
Presente a Marrakech il Segretario Generale dell'ONU Antonio Guterres che, nel corso della conferenza sulla migrazione, l'ha definita un "faro globale per la dignità, l'uguaglianza e il benessere".
"Da oltre sette decenni - ha affermato il Segretario Generalela Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha ispirato milioni di donne e uomini a rivendicare i loro diritti e contestare le forze di oppressione, sfruttamento, discriminazione e ingiustizia".
L'anniversario è stato commemorato nelle città di tutto il mondo: a Napoli ed in altre città italiane la Fondazione Mediterraneo e la Federazione Anna Lindh Italia hanno svolto diverse significative manifestazioni.
Il presidente Capasso ha affermato che “I Diritti ed i Doveri sono due pilastri fondamentali per costruire e mantenere la pace: questi temi saranno al centro del World Peace Forum in programma a Napoli nel 2019”.

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La Fondazione Mediterraneo con la sua sede di Marrakech ha partecipato alla Conferenza ONU sulle migrazioni in qualità di osservatore internazionale.
All’appuntamento mancavano meno di 30 Paesi (e tra questi l’Italia). Il risultato è stato dunque soddisfacente.
Sono 164 i Governi del mondo che lunedì 10 dicembre, a Marrakech, hanno approvato il Global compact per l’immigrazione, il documento promosso dalle Nazioni Unite che prevede la condivisione di alcune linee guida generali sulle politiche migratorie.
Un “patto” per condividere dei principi, quindi non vincolante.
Domenica sera, davanti ad una platea gremita di giornalisti, il rappresentante speciale dell’Onu per la migrazione, Louise Arbour, lo ha subito sottolineato: questo accordo non è vincolante ed è finalizzato ad una maggiore cooperazione tra Stati in materia di migrazione. Ma su di un punto l’ex alto magistrato canadese è stata ferma. «Non è una conferenza negoziale o consultiva. Domani (lunedì 10 dicembre) si firma ciò che si è deciso lo scorso luglio. È una riaffermazione di impegni presi in precedenza».
Un grande plauso va al Paese ospitante, il Marocco, che ha profuso ogni sforzo perché la cornice della Conferenza fosse all’altezza della situazione. Ad accogliere migliaia di delegati è un grande spazio dove filari di palme e cactus portano a capannoni moderni simili a grandi tende.
Sullo sfondo la catena innevata dell’Atlante.
Ma l’assenza dell’Italia, il solo Paese che si affaccia sul Mediterraneo a non essere qui, non è passata inosservata.
Il Global compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare (o semplicemente Global Compact per l’immigrazione) è un documento promosso dall’Onu che prevede la condivisione di alcune linee guida generali sulle politiche migratorie. L’obiettivo è dare una risposta coordinata e globale al fenomeno. Questo documento, insistono anche qui a Marrakech i rappresentanti dell’Onu, si basa sul riconoscimento della necessità di un “approccio cooperativo per ottimizzare i benefici complessivi della migrazione, affrontando i rischi e le sfide per gli individui e le comunità nei paesi di origine, transito e destinazione”.
Il patto punta a realizzare 23 obiettivi in tema di immigrazione. Una sorta di approccio multilaterale a 360 gradi in cui sono impegnati tutti gli attori coinvolti. Si parte dalla raccolta dei dati come base per le politiche da implementare. Ma viene dato peso anche al contrasto dei fattori negativi e strutturali che impediscono alle persone di costruire e mantenere mezzi di sostentamento nei paesi di origine. Il patto, inoltre, intende ridurre i rischi e le vulnerabilità che gli individui affrontano nelle diverse fasi della migrazione (incluso la lotta al traffico di esseri umani). Le linee guida individuate nel documento sono la centralità delle persone, la cooperazione internazionale, ma anche il rispetto della sovranità di ogni Stato ed il rispetto delle norme internazionali.
L’Italia ha partecipato a tutte le fasi del negoziato nel corso degli ultimi due anni. Ma il 27 novembre il ministro dell’interno italiano Matteo Salvini ha dichiarato di essere contrario al Global compact, perché metterebbe sullo stesso piano «i migranti cosiddetti economici e i rifugiati politici», mentre altri esponenti della Lega hanno sostenuto le posizioni del ministro affermando che il documento implica un rischio di «immigrazione incontrollata. Impossibile per gli stati limitare i flussi migratori».
Per questo il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha rimandato al parlamento l’esame del piano sostenendo che Roma potrebbe accettare l’accordo in un secondo momento, dopo l’esame dell’aula: l’Italia quindi non ha partecipato al vertice di Marrakech e per ora non aderirà al Global compact sull’immigrazione.

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Il Presidente della Fondazione Campania dei Festival Alessandro Barbano e il direttore artistico Ruggero Cappuccio hanno visitato il Museo della PaceMAMT accolti dal presidente Michele Capasso.

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Si è svolta presso il Museo della PaceMAMT la conferenza “EMOZIONI IN ERA DIGITALE” organizzata dal CIRN (Centro Interuniversitario di Ricerca in Neuroscienze) in collaborazione con l’Università Vanvitelli della Campania, l’Università Federico II di Napoli, il Coordinamento Napoletano Donne della Scienza, il Conservatorio di Musica Giuseppe Martucci di Salerno, la Federazione Anna Lindh Italia e la Fondazione Mediterraneo.
Dopo gli indirizzi di saluto di Marina Melone e Michele Capasso sono intervenuti: Carla Perrone Capano, Dario Grossi, Enrico Cheli, Umberto Di Porzio, Donatella Caramia, Imma Battista, Rosanna Cianniello, Mariano Oliva, Simone Sampaolo.

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Luoghi comuni della mafia e investimenti nel mondo delle opere d'arte: sono stati questi i temi affrontati nel XXV Vertice Nazionale Antimafia che si è tenuto sabato 1 dicembre a Firenze e a Bagno a Ripoli. Organizzato dalla Fondazione Antonino Caponnetto, in collaborazione con Osservatorio Mediterraneo sulla Criminalità organizzata e la mafia (OMCOM), Fondazione Mediterraneo, Federazione Anna Lindh Italia onlus, Ordine dei Giornalisti della Toscana e Euromedia, il vertice si conferma ormai un appuntamento consolidato nel panorama della lotta alla mafia e alla criminalità.
Nella mattinata di sabato, dalle 9 alle 12, all'Auditorium CRF di Firenze si è tenuto il corso di formazione per giornalisti dal titolo “Investimenti criminali nelle opere d'arte”: a confrontarsi sono stati Claudio Loiodice, criminologo ed esperto in riciclaggio internazionale, Nicola Candido, colonnello comandante del N.O. Carabinieri T.P:C., Claudio Metzger, storico e consulente, avv. Lavinia Savini, esperta di diritto della proprietà intellettuale e diritto del mercato dell'arte e il senatore Giuseppe Lumia, già presidente della Commissione Parlamentare. Ha moderato il dibattito la giornalista del TG1 Daria Mondini.
Nel pomeriggio, dalle ore 15, a Bagno a Ripoli, si è tenuto il vero e proprio Vertice, incentrato sul tema “Un morto ogni tanto, i luoghi comuni sulla mafia”.
Il Vertice Nazionale antimafia è stato presieduto da Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, e Victoria Allegra Boga. Ad intervenire sono stati i migliori esponenti che lottano la mafia tra giornalisti investigativi, esponenti delle forze dell'ordine, magistrati, sociologi, esperti di arte, esperti di antiriciclaggio ed i politici. 
Nel pomeriggio sono stati assegnati i premi:

  • Omcom-Sbirro: Gen.le Giuseppe Vadalà, Cap. Davide Colangeli e Sost. Comm. Fabrizio Giacalone;
  • Omcom-Scomodo: Ciro Troiano, Grandangolo Agrigento, Franco Castaldo;
  • Omcom - Creatività: Edoardo Ceragioli
  • Libro anomalo: “Un morto ogni tanto” di Paolo Borrometi, “La mafia é buona” di Paolo Chiariello e Catello Maresca, “Caccia agli invisibili” di Carmine Gatti (idea) e Francesco Romeo.

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Maria Di Nardo, amica della Fondazione Mediterraneo, ha festeggiato il suo 18° compleanno al Museo.
Grande festa ed un tour speciale tra i percorsi emozionali del Museo della PaceMAMT.

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L’avvocato Domenico Salerno ha donato 1.300 libri al Museo della PaceMAMT per la “Biblioteca della Pace”: un’iniziativa importante tesa a diffondere il valore del libro come “emozione” e “patrimonio” dell’umanità.

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Si è svolta presso il Museo della Pace - MAMT l’anteprima del “World Peace Forum” in presenza di politici, diplomatici, uomini e donne di cultura e di scienza di vari Paesi.

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