EVENTI PRINCIPALI 2008-2022

L’ecatombe annunciata nel Mediterraneo, con oltre 700 morti che si aggiungono ad una lunga lista, è stata oggetto di un Consiglio straordinario - svoltosi in data odierna - della Fondazione Mediterraneo, da 25 anni impegnata in azioni di solidarietà e pace e che ha da sempre allertato sul problema dei migranti e sulla necessità di un coinvolgimento concreto da parte dell’Europa e degli organismi internazionali.
Un’azione illustrata proprio a Lampedusa nel 2013, con una promessa a Papa Francesco: restituire dignità a chi rischia la vita in cerca di libertà e pace.
Lo stesso “Monumento con l’urna del Migrante Ignoto” realizzato a Napoli, va in questa direzione.
I membri della Fondazione hanno lanciato un Appello al Presidente Renzi ed ai leader europei.

Ecco il testo:
“I corpi esanimi in mare davanti ai nostri occhi, devono scuotere le nostre coscienze. Questi 700 morti di oggi (la più grande tragedia per numero) si aggiungono a migliaia di migranti dispersi negli ultimi anni, ai milioni di trasferiti o esiliati in cerca di dignità, pace, libertà: "urbibicidio" e "memoricidio" perpetrati in tante città e villaggi; innumerevoli esistenze di gente semplice mutilate o lacerate per sempre.

La sofferenza umana non deve trovare risposta in "ma... A me che importa?": la globalizzazione dell'indifferenza, la negazione della solidarietà, l'eutanasia della speranza, la morte della fraternità non devono appartenere alla nostra cultura perché uccidono più dei naufragi.
La comunità internazionale deve prendere atto, con matura consapevolezza, dell'esistenza di una nuova nazione: quella dei profughi, dei rifugiati, dei migranti.
Uno stato senza territorio, senza governo, senza regole, ma composto da persone che hanno bisogno di veder tutelata la propria dignità di esseri umani calpestata, annullata, mortificata da guerre e da disperazione.
I protagonisti di questo calvario non sempre hanno nome: sono i tanti Ahmed, Najlaa, Sumaya, Omar, Mohammed, Abdullah, Fatima provenienti da tanti Paesi del Mondo per sfuggire a violenze, attentati, ingiustizie, fame, epidemie, miserie umane...
La brutalità e le barbarie non devono trovare terreno fertile nell'inerzia, nell'incapacità, nelle irresponsabilità.
Davanti a queste tragedie non resta che gridare il nostro amore per i più deboli.
Gettiamo di nuovo una bottiglia nel nostro mare con un comune appello destinato a ciò che resta della nostra coscienza sulle nostre rive e rivolgiamo a Voi, Leaders dell’Europa e del Mondo, un appello accorato: INTERVENITE, anche violando le briglie della “Burocrazia”, affinché sia strutturata un’azione forte, complessa e decisa che dovrebbe nell’immediato prevedere:

  1. La convocazione di un vertice europeo allargato all'Onu per trovare soluzioni immediate per fermare le continue morti che hanno trasformato in un cimitero il Nostro Mare, anche attraverso una legge per l'immigrazione europea basata sui diritti e doveri e sul flusso degli immigrati in Europa e non solo in Italia.
  2. La creazione di campi di accoglienza nei luoghi di transito.
  3. La risoluzione della questione libica con un programma di stabilizzazione del Paese.
  4. La promozione di accordi bilaterali tra i Paesi interessati.