MAMT||Museo Mediterraneo dell' Arte, della Musica e delle Tradizioni

Il secondo degli anniversari  è dedicato al sessantennale dalla morte di Fausto Coppi.
Molti i visitatori e sportivi intervenuti nelle sale multimediali del Museo dove - nella sezione “I Grandi protagonisti della Storia” - sono disponibili video, immagini e documenti del grande corridore.
Sono passati 60 anni dal 2 gennaio 1960, quando a seguito della malaria contratta in Africa durante una corsa, si spense Fausto Coppi. Eppure il suo mito non solo è rimasto intatto, ma è va costantemente accrescendosi.  Una vita durata 40 anni, di cui 20 anni passati a vincere e consacrarsi come uno dei più grandi e popolari ciclisti di tutti i tempi.
Coppi è diventato ispirazione di canzoni ("Viene su dalla fatica e dalle strade bianche.... qui da noi per cinque volte poi due volte in Francia per il mondo quattro volte contro il vento due occhi miti e naso che divide il vento", lo canta così Gino Paoli), innumerevoli libri, film, radiocronache che fanno parte dell'immaginario collettivo ("Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi" di Mario Ferretti) tutto materiale che è entrato di diritto nella conoscenza e nella coscienza degli amanti dello sport, ma non solo. Insomma, un mito senza tempo.
Leggendaria fu la sua rivalità con Gino Bartali, che divise l'Italia nell'immediato dopoguerra: celebre la foto che ritrae i due campioni mentre si passano una bottiglietta durante la salita del Col du Galibier al Tour del 1952. Oltre 150 le corse vinte. Trentuno giorni in maglia rosa al Giro d'Italia, 19 in giallo del Tour de France. Al Giro vinse ventidue tappe, al Tour nove.

Fausto Coppi ha vinto dappertutto e in tutti i campi. Cinque volte il Giro (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953), due volte il Tour de France (1949 e 1952), diventando anche il primo ciclista a conquistare le due competizioni nello stesso anno. Straordinario anche nelle gare di un giorno: 5 Giri di Lombardia (1946, 1947, 1948, 1949 e 1954), 3 Milano-Sanremo (1946, 1948 e 1949), e poi i successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone nel 1950. Divenuto campione del mondo professionisti nel 1953, primeggiò anche nel ciclismo su pista divenendo anche campione del mondo d'inseguimento nel 1947 e nel 1949 e primatista dell'ora (con 45,798 km) dal 1942 al 1956.
Fu probabilmente anche il primo sportivo ad infiammare le cronache scandalistiche di un'Italia puritana. Si innamorò, già sposato e padre di Marina, della famosa Dama Bianca anch'ella sposata e dalla cui relazione nacque il figlio Faustino, in un'epoca in cui le separazioni erano addirittura reato. Anche in questo, seppur senza volerlo, ha dato un contributo di crescita e di discussione diventando un protagonista sociale e del costume dell'Italia che stava riemergendo dopo la seconda guerra mondiale.