2020

Il ventesimo degli anniversari è dedicato al centenario dalla nascita di Salvo D’Acquisto. Il presidente ha ricordato il vicebrigadiere che sacrificò la sua vita per gli altri. Nei 5 piani del Museo – nel pieno rispetto delle regole per il Covid – sono stati proiettati filmati, inediti e testimonianze.
Questo evento, afferma il presidente Capasso, vuole rendere omaggio ad una figura encomiabile che fa onore all’Arma dei Carabinieri ed all’Italia.
In questa occasione il presidente Capasso ha annunciato che nei prossimi mesi l’intero edificio del Museo sarà dedicato a “L’Arma dei Carabinieri, nei secoli fedele”.
Il 23 settembre 1943 - annunciano i video del Museo - il vice brigadiere Salvo D’Acquisto, insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, sacrificò la sua vita per salvare quella di 22 persone innocenti. Il giorno precedente – 77 anni fa – l’esplosione di alcune casse di munizioni uccise un soldato tedesco e ne ferì due. Le casse erano depositate  in una caserma abbandonata della Guardia Di Finanza, nella località torre di Palidoro e poco lontano da Torrimpietra, luogo dove sorgeva la stazione Carabinieri comandata da Salvo D’Acquisto.
Nonostante si fosse trattato di un incidente, l’evento fu ritenuto dalle milizie tedesche uno spregiudicato attentato organizzato dagli italiani. D’acquisto provò a persuaderli che si era trattato di un incidente ma l’ufficiale nazista non diede peso alle sue spiegazioni.
Ordinò di rastrellare 22 persone a caso tra le abitazioni del piccolo paese della provincia romana e le fece condurre nei pressi della Torre di Palidoro.
Furono tutte interrogate sommariamente ma la loro versione non fu ascoltata. Salvo D’Acquisto, vista la brutta piega presa dagli eventi, decise di rivolgersi a un ufficiale nazista e offrì la propria vita in cambio del rilascio dei 22 ostaggi, già costretti a scavarsi da soli la fossa.
Erano le 17:15 quando il Feldwevel Hansel Feiten diede l’ordine fatale. Prima di morire sotto i proiettili tedeschi, D’Acquisto gridò “Viva l’Italia!”
Oggi, dopo 77 anni dal suo gesto eroico ed in occasione del 100° anniversario della sua nascita, i Carabinieri hanno commemorato il suo sacrificio.
A Napoli il comandante interregionale “Ogaden” generale di corpo d’armata Adolfo Fischione, insieme al comandante della legione carabinieri Stefanizzi e ad altri ufficiali dell’Arma hanno reso omaggio alla tomba di Salvo D’Acquisto nella Basilica di Santa Chiara per poi deporre una corona d’alloro al monumento di Piazza Salvo D’Acquisto, in presenza del prefetto Valentini.

Salvo D’Acquisto
È uno degli eroi della guerra di liberazione dal nazifascismo. Nato a Napoli il 15 ottobre 1920, Salvo D’Acquisto, era un vicebrigadiere dell’Arma dei Carabinieri e aveva appena compiuto 23 anni il 23 settembre 1943 quando offrì la sua vita a Fiumicino, nei pressi di Roma, per salvare un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste. Dopo aver combattuto ed essere rimasto ferito in Libia nel 1941, Salvo D’Acquisto tornò in Italia e venne aggregato prima alla Scuola centrale dei Carabinieri a Firenze. Fu quindi assegnato alla stazione di Torrimpietra, vicino Fiumicino, a una trentina di chilometri da Roma. Dopo l’8 settembre 1943 e l’armistizio dell’Italia con gli alleati le truppe naziste si trasformarono in esercito di occupazione. Tra queste un reparto di paracadutisti tedeschi occupò alcuni locali della Guardia di Finanza nelle vicinanze di Torrimpietra. Qui durante un’ispezione ad alcune casse di munizioni abbandonate si verificò un’esplosione che ne uccise due, ferendone altri due. Quello che era stato un incidente tragico dovuto a disattenzione o imperizia dei giovani paracadutisti, venne classificato come un attentato dal comandante del reparto tedesco. Con una prassi criminale che avrebbe insanguinato l’Italia fino alla fine della guerra le truppe naziste avviarono un rastrellamento e vennero catturate 22 persone scelte a caso fra gli abitanti della zona. Il più giovane aveva 13 anni. Inutilmente, mentre il gruppo veniva portato sul luogo scelto per la fucilazione, Salvo D’Acquisto tentò di convincere il comandante tedesco che non c’era stato nessun attentato, ma solo un terribile incidente. I prigionieri vennero portati presso la Torre di Palidoro e costretti a scavare per ore una grande fossa che avrebbe dovuto contenere i loro cadaveri. Cosa successe pochi minuti prima dell’esecuzione lo ha raccontato uno dei sopravvissuti, Angelo Amadio, creduto dai tedeschi un carabiniere e quindi trattenuto per ultimo: «all’ultimo momento, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati eccetto il vicebrigadiere D’Acquisto. ... Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottufficiale parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell’interprete. Cosa disse il D’Acquisto all’ufficiale in parola non c’è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l’ultimo ad allontanarmi da detta località.». Il vicebrigadiere, vista l’inutilità di far ragionare il comandante tedesco, si assunse interamente la responsabilità di un attentato che nessuno aveva commesso. I 22 prigionieri vennero rilasciati e Salvo D’Acquisto venne immediatamente fucilato. Gli è stata riconosciuta la Medaglia d’Oro al valor Militare alla memoria.
“Campania” Generale di Divisione Maurizio Stefanizzi ed al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli Generale Canio Giuseppe La Gala, ha adagiato un cuscino di fiori sulla tomba dell’eroe, nella basilica di Santa Chiara.
E’ stata successivamente deposta - in presenza del Prefetto di Napoli Marco Valentini - una corona d’alloro sul monumento recentemente restaurato, nella piazza che ha preso il nome del militare e una rappresentanza militare ha reso gli onori all’eroe.