Società Civile

Sin dal 1994 la Fondazione Mediterraneo si è posta come principale attivatrice della Società Civile Euromediterranea partecipando attivamente alle Conferenze Euromediterranee e i Forum Civili Euromed.

In particolare la Fondazione Mediterraneo ha organizzando i Forum Civili Euromed di Barcellona (1995) e Napoli (1997 e 2003) ed ha contribuito alla costituzione della Piattaforma NGO Euromed.

 

La FONDAZIONE MEDITERRANEO ha riunito in sessione straordinaria i propri organi direttivi per lanciare un accorato appello alla comunità internazionale affinché si adoperino per fermare il massacro di civili inermi in Libia e per affermare i valori della dignità, dei diritti della persona e della democrazia.

Le forze armate della Libia stanno usando mitragliatrici e caccia da combattimento contro i manifestanti pro-democrazia: migliaia di loro sono stati ammazzati e molti seppelliti sotto la sabbia delle spiagge del Mediterraneo; senza un'azione internazionale immediata la repressione potrebbe tramutarsi in un bagno di sangue nazionale.

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Il Presidente della Fondazione Mediterraneo Michele CAPASSO ha svolto una relazione nell'ambito della Conferenza Nazionale "Immigrazione nella legalità: identità e incontro" che si è tenuta a Napoli, presso lo Starhotel Terminus, l'11 e il 12 febbraio 2011. La conferenza è stata organizzata dal Movimento Cristiano Lavoratori, in collaborazione con la Fondazione Italiana Europa Popolare. Tra i relatori: Carlo COSTALLI Presidente Nazionale MCL, Mons. Giancarlo PEREGO Direttore Fondazione Migrantes, Natale FORLANI Direttore Generale dell’Immigrazione Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Armin LASCHET Membro del Bundestag e Transatlantic Council on Migration Fondazione Konrad Adenauer, S. E. R. Mons. Anton COSA Vescovo di Chisinau (Moldavia).

In particolare il Presidente Capasso ha ripercorso le attività della Fondazione Mediterraneo in favore degli immigrati auspicando un contributo di tutti per la creazione di un "meticciato" di civiltà, attraverso il quale promuovere solidarietà e creare una società aperta alle diversità del mondo sempre più multietnico e multiculturale.

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Le seguenti fotografie rappresentano l'unica testimonianza dell'incredibile e brutale violenza che è stata esercitata contro coloro che manifestavano per la libertà, la giustizia e i diritti umani durante i primi giorni della rivolta pacifica, non-classista e non-religiosa del popolo egiziano contro l'ingiustizia e l'oppressione.

Poliziotti in borghese hanno assalito gli egiziani per le strade, il Ministero degli Interni ha reclutato criminali che hanno sparso sangue per le strade e che ancora imbratta edifici e marciapiedi dell'Egitto, protestanti pro-Mubarak che si sono riversati nelle strade dopo l'ultimo discorso del presidente e che hanno attaccato con coltelli bambini, giovani, uomini anziani e donne che stavano manifestando contro l'attuale regime "Democratico".

Le fotografie sono dell'artista Hamdy Reda, e di altri fotografi.

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"Dopo una settimana, la situazione politica in Egitto è sempre più tesa. La rivoluzione tunisina ha senza dubbio creato un precedente nelmondomusulmano dei regimi laici autoritari. Il caso del Presidente tunisino Ben Ali, arrivato al potere dopo una rivoluzione di palazzo nel 1987 e che è fuggito come un ladro in Arabia Saudita dopo 23 anni può legittimamente dare speranza ad altri popoli. Il Cairo, Alessandria e Suez sono le città più toccate dalle sommosse e dalla repressione violenta." (...)

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Israele ha condannato a 9 anni di prigione Ameer Makhoul difensore dei diritti umani e direttore generale di Ittijah, organizzazione che combatte per i diritti dei palestinesi in Israele. La Fondazione Mediterraneo esorta i rappresentati dei governi, del parlamento e della commissione europa e le organizzazioni che lottano per i diritti umani a:

- chiedere la liberazione immediata di Ameer Makhoul e l'eliminazione di tutti i capi d'accusa nei suoi confronti,

- riportare il caso di Ameer Makhoul negli incontri con i rappresentanti israeliani,

- fare pressione su Israele per mettere termine alla sua politica di detenzione arbitraria e di imprigionamento dei difensori dei diritti umani.